Parlare continuamente di un problema ti blocca nel problema. E’ una questione chimica!
Quando parliamo continuamente di un problema, stiamo letteralmente allenando il nostro cervello a restare bloccato in quel pensiero. Ogni volta che riviviamo e ripetiamo il problema, si attivano, tra le varie aree, l’amigdala e l’ipotalamo, che sono strettamente legate alle emozioni e alla risposta allo stress. Questo processo porta al rilascio di cortisolo, l’ormone dello stress, che può influenzare il nostro stato emotivo e persino creare una dipendenza verso quei pensieri negativi.
Immagina di allenare sempre e solo un braccio.
Col tempo, quel braccio diventerà più forte e sviluppato rispetto all’altro. Allo stesso modo, il cervello si adatta a ciò che usiamo di più. Se ci concentriamo solo sui problemi, stiamo allenando quelle connessioni neurali, rendendo sempre più facile ritornare su quei pensieri. Il processo si chiama neuroplasticità, e permette al cervello di rafforzare i circuiti che utilizziamo spesso, come quelli legati alla preoccupazione o allo stress.
Per uscire da questo schema, è fondamentale allenare il pensiero rivolto alla soluzione.
Spostare il focus da “il problema” a “la soluzione” stimola nuove aree del cervello, come la corteccia prefrontale, che è coinvolta nel pensiero creativo e nella risoluzione dei problemi.
Così facendo, non solo cambiamo i nostri pensieri, ma anche la chimica del nostro cervello, liberandoci dal ciclo del problema e avvicinandoci alla soluzione.
Quindi, l’idea di focalizzarsi sulla soluzione e non sul problema non è solo un concetto positivo, ma qualcosa che ha delle conseguenze sulla chimica del cervello: è una vera e propria questione scientifica.
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